Newwave Media srl

La toponomastica veneziana: le vie di Venezia

L’insolita toponomastica di Venezia

Venezia è tutta strana, affascinante, enigmatica. Legate a questa città ci sono leggende, misteri e racconti dove verità e dicerie si fondono in un tutt’uno.
Venezia è anche senza dubbio unica ed originale; un piccolo assaggio possiamo averlo semplicemente dalla sua toponomastica, ossia dallo studio dei nomi dei suoi luoghi.
Eh si, perché se a Venezia pensate di chiedere indicazioni su piazze, strade o vie…gli abitanti vi guarderanno straniti; e non pensate di essere vittima di uno scherzo se verrete indirizzati verso piscine, bocche, rami o fondamenta… qui a Venezia, ve lo ripeto, siamo strani.


Venezia: piazze, strade e sestieri

A Venezia esiste:

  • Un’unica piazza: Piazza San Marco. Tutte le altre, che a voi sembreranno semplicemente altre piazze, in realtà si chiamano campi o campielli (se sono più piccoli). La ragione è semplice: nel periodo del suo splendore, la bella Venezia era una grande distesa di campi. Dunque, gli spazi aperti della città erano generalmente ricoperti di erba o semenze, vi pascolavano le pecore o venivano utilizzati per giochi e gare; ecco perché dunque non si parla di piazze ma di “campi”.
  • Un’unica strada: Strada Nova, un’arteria pedonale della città che collega la stazione dei Treni Santa Lucia al centro storico (Rialto per intenderci).
  • Anche i quartieri si chiamano in modo diverso: sestieri: Cannaregio, Dorsoduro, Castello, San Marco, San Polo, Santa Croce, l’isola della Giudecca.

 

Le vie di Venezia: significato di calle, fondamenta e Rio

Dovete tenere conto che nel passato le vere strade di Venezia, città sull’acqua, non erano considerate quelle percorribili a piedi ma bensì via barca. Quindi, la vera strada di Venezia è il canal grande! 🛶

Tutte le “vie” percorribili a piedi di Venezia si chiamano calli, dal latino callis “sentiero” oppure rami (ad indicare le calli secondarie che escono da quella principale).
Ci sono poi:

  • La fondamenta per indicare la calle che costeggia un rio;
  • La riva se invece la calle sbocca su acque più ampie o larghe come per esempio Riva del Vin a Rialto o Riva degli Schiavoni a San Marco.
  • Il Riò terà: per indicare una calle dove un tempo si trovava un canale, poi interrato (terà) e quindi reso percorribile.

Come avrete capito quindi, niente avveniva a caso nella toponomastica veneziana, anzi, tutto stava ad indicare qualcosa di logico e razionale:
C’é la calle stretta, larga appena 65 centimetri la calle lunga, per individuarne una particolarmente estesa in lunghezza (come la Calle Lunga di S. Maria Formosa) ed anche la calle larga (per esempio quella XXII Marzo).

Credete che la toponomastica del Ponte dei Sospiri seguisse un criterio romantico? Macché… esso rappresentava l’ultimo passaggio (l’ultimo sospiro) dei condannati che lasciavano le prigioni (i “piombi”) del bellissimo Palazzo Ducale per essere portati alla Magistratura di Stato della Repubblica Veneziana…. ed una volta arrivati lì… beh è meglio se non vi dico come andava a finire. Ad essere onesti, pare che anche questa storia dell’ultimo sospiro sia in realtà una leggenda, proprio a dimostrazione che il confine tra verità e fantasia é spesso labile.

Altri significati nella toponomastica di Venezia:

  • La lista: ai tempi della Serenissima vi era la tradizione di far el liston, ossia listare con delle righe in pietra d’Istria le residenze dei diplomatici stranieri per delimitare dove questi potessero beneficiare di alcune particolari immunità. La più famosa è forse lista di Spagna.
  • Bocca de Piazza: l’entrata di Piazza San Marco.
  • Cà: abbreviazione di casa, specialmente per quelle appartenenti alle famiglie nobili. Le più famose sono Cà Farsetti e Cà D’oro.
  • La Crosera: significa incrocio, principalmente tra una calle principale ed una minore.
  • Le salizade: per contrassegnare le strade selciate, lastricate con i tipici “masegni” veneziani.
  • Il fondaco: contraddistingue il luogo dove si trova un edificio, una volta utilizzato come magazzino per le merci dei commercianti. Riconvertito in una specie di centro commerciale, c’è ora il nuovo Fontego dei Tedeschi a Rialto (come intuibile, un tempo di proprietà dei tedeschi).
  • Il Paludo: area che è stata bonificata e che prima era un acquitrino o comunque una zona che tendeva ad inondarsi.

I numeri civici a Venezia

Ve lo ripeto… Venezia è tutta strana… parliamo dei numeri civici:
Quante volte mi trovo a spiegare ad un turista che “i numeri civici non sono suddivisi per vie, perchè le vie non esistono”…”a Venezia si ragiona per sestieri” “E cosa sono i sestieri?” “beh sono i quartieri di Venezia” “ah ok”.

Per un veneziano dire Castello 5438 è come dire per un foresto (ossia, una persona della terraferma che quindi non è veneziano) che deve recarsi in via Roma n. 5; per un veneziano un civico a quattro cifre, insomma, che non segue alcun criterio apparentemente logico, è pura normalità. Non sorprendetevi dunque se accanto al civico 3298, troverete il numero 150: a Venezia è normale.

Eppure anche qui c’è un criterio (come tutto nella storia di Venezia). I numeri civici (ideati nel 1786 dagli austriaci e poi introdotti a Venezia intorno al 1801) seguono un criterio detto “ad insulario“, Sestiere per Sestiere, in cui i numeri civici sono disposti a cerchi concentrici a partire da un punto preciso. Fanno eccezione le aree di Sant’Elena e della Giudecca.

Quindi sì, la disposizione dei numeri civici a Venezia non è di grande aiuto per orientarsi.
Eppure a Venezia non ci si perde mai…  si si credetemi… a Venezia non vi perderete mai perché, se siete turisti, non saprete mai dove siete esattamente!


La toponomastica come specchio di una vita popolare

Girovagando, a volte persi diciamocelo, per le calli di Venezia avrete forse notato che la toponomastica di quest’isola valorizza poco i personaggi “famosi dell’epoca” (salvo ovviamente qualche eccezione).
I nomi della città seguono infatti un criterio ispirato soprattutto al quotidiano, al popolare. La toponomastica infatti ci suggerisce la vita all’epoca della Serenissima, descrivendoci i nomi delle famiglie nobili, le professioni ed i mestieri dell’epoca oppure ancora ci racconta i più importanti episodi di cronaca veneziana (spesso nera, come Riva dei Biasio).

Tutto serve a segnalare qualcosa a Venezia, come questo Ninzioleto che indica la calle del traghetto.

Visitando questo sito, acconsenti all'uso di cookie per fini comprendenti la pubblicità e l'analisi. Informazioni OK